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Pol Cesk

La prima volta nel limbo


Un giorno di fine agosto del 2009, mi sono ritrovato a varcare per la prima volta la soglia di un reparto psichiatrico.

Come amavo dire agli amici che mi sono venuti a trovare in quel momento difficile "Mi hanno preso alla fine".

E' successo tutto molto velocemente, ricordo che quando sono ritornato dalla vacanza ero caricato in modo esagerato, tanto che un mio carissimo amico mi ha chiesto che razza di droga avessi preso per avere un effetto così prolungato.

Il venerdì sono uscito, volevo vedere i miei amici e comunicare a loro questa mia sensazione, dopo aver fatto un bel casino e litigato anche un po' per la differenza di stato mentale, sono ritornato a casa a piedi.

Il giorno seguente decisi di uscire ascoltando la musica ad alto volume e siccome faceva caldo di togliermi la maglietta.

Chi mi conosceva mi si è fatto vicino e ha chiamato subito l'ambulanza, non avendomi visto mai così.

Successivamente, immaginandomi questa situazione, ho riflettuto sul concetto di normalità e sul fatto che se una persona tutti i giorni gira a piedi scalzi e a petto nudo, risulti strano ma nessuno chiama il servizio medico, mentre se di solito sei in giacca e cravatta il cambiamento dalla normalità di come gli altri ti ricordano genera disastri.

Conoscerete sicuramente dei personaggi un po' strani nella vostra vita, ma la quotidianità della stranezza fa' si che questi atteggiamenti siano più accettabili socialmente.

Al mio ingresso in reparto in poco tempo mi sono trovato con un bel tranquillante da cavallo che mi circolava nelle vene  e con la tipica camminata a zig zag che ne deriva.

Pian pianino, nel giro di una settimana ho ricominciato a dormire di più e soprattutto a non invertire il giorno con la notte visto gli orari da reparto.

Un micromondo molto istruttivo

Dentro il reparto vivono e si conoscono le persone nei loro momenti di più profonda sofferenza, ci si mette completamente a nudo.
Bisogna inoltre fare molta attenzione ai comportamenti dei pazienti, perchè nella malattia mentale ci sono moltissime varianti e cronicità.
Non parliamo poi dei malati che entrano a seguito di abusi di droghe.

Un problema che subito mi è parso chiaro è che tutte le patologie sono riunite in un unico reparto e questo da un lato fa' male perché si dovrebbero fare dei gruppi di aiuto mirati per i differenti problemi.
Dall'altro ti permette di conoscere le persone nel loro momento più basso, tramite le loro crisi ma anche le loro piccole gioie e in alcuni casi ascoltando le loro storie.
Il tempo lì dentro non passa mai, quando hai pranzato non vedi l'ora di cenare per far passare le ore, quando ceni non vedi l'ora che ti diano la pastiglia per dormire per far passare la giornata.

Al mattino seguente è sempre la stessa storia, aspetti con ansia di far colazione perchè dopo c'è la pausa sigaretta che per un fumatore li dentro è un vero momento magico.
Per il resto, questa strana vacanza dalla società serve a meditare molto su se stessi, sul perché si è arrivati a tanto e si cerca di dare una spiegazione agli strani meccanismi del cervello.

Ricordo che pensavo alla mia situazione come a un limbo senza ritorno che anche nel mio ritorno in mezzo alla società non mi avrebbe mai abbandonato.

Per fortuna il tempo è la migliore medicina per capirsi e ricucire alcuni strappi, pregiudizi e paure che la gente ha degli effetti incontrollati della mente.

Con il tempo ho imparato a selezionare la gente con cui confidarmi e poi ho trovato che facendo outing si viene a ricevere confessioni e pareri dalle più insospettabili persone di nostra conoscenza.

Mi fermo qui per la difficoltà di scrivere su questo argomento.

Alla prossima

Pol

 

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